Luigi Meneghello, Promemoria, 1994

 

 

«dare a qualche lettore più giovane un’idea adeguata
di ciò che è avvenuto (che è stato fatto) nel cuore dell’Europa
appena l’altro ieri, e insieme a fornire una misura delle orribili potenzialità che si annidano nella nostra natura umana civilizzata»
Luigi Meneghello, Nota in limine a Promemoria, giugno 1994

Le origini

Lettera di Ulianich a Meneghello, 27 aprile 1994 (ASVN)

«Ho estratto da “Comunità” tutto ciò che vi ha scritto Varnai/Meneghello […] Leggendo i testi sono venute fuori tante idee […] Ma di una voglio parlarle subito. Nasce da una lettura che mi ha affascinato e preso alla gola: quella dei tre articoli che lei ha scritto sullo stermino degli ebrei in Europa»

Lettera di Magagnato a Meneghello, 20 aprile 1954 (ASVN)

«i tre saggi ripensati organicamente
e incorniciati opportunamente
non potrebbero diventare un libro unitario?»

Lettera di Meneghello a Magagnato, 1 giugno 1954 (AMV)

«Probabilmente tu hai ragione che varrebbe la pena di riscrivere, completare e raccogliere in un volumetto quegli articoli sugli ebrei. Nella forma in cui sono apparsi su Comunità essi non erano altro che riassunti – e sia pure di un libro difficile a leggersi, nonché a riassumersi, per l’indicibile compressione e l’incastro dei materiali. Mi sono costati parecchia fatica (per non parlare della nausea e del panico in cui ogni tanto ti getta la sanguinosa materia): ma non sono lavori originali, e non sarebbe giusto nei confronti del Reitlinger pubblicarli in forma di libro. […] Appena troverò un po’ di tempo ripenserò a tutta la faccenda»

Nella primavera del 1994, Giuseppe Ulianich, vicedirettore editoriale del Mulino, scrive a Meneghello

Nella primavera del 1994, Giuseppe Ulianich, vicedirettore editoriale del Mulino, scrive a Meneghello una lettera piena di entusiasmo, e che contiene una proposta. Tra i tanti scritti per Comunità, risaltano i tre articoli dedicati allo sterminio degli ebrei, e a distanza di quarant’anni, quei testi non hanno perduto la loro forza, la loro funzione: «Riunendoli, se ne farebbe un prezioso, piccolo libro (un centinaio di pagine comprese le foto) di cruda, drammatica bellezza, di rara efficacia e di grande importanza, soprattutto per i giovani, per le scuole». Questo valore civile, l’attenzione ai giovani convincono Meneghello: condividere simili memorie con le nuove generazioni «è forse il modo meno futile di opporsi alla minaccia di dover rivivere qualcosa di analogo, e apre uno spiraglio al pensiero che le sofferenze delle vittime non siano state del tutto invano» (Meneghello, Nota in limine a Promemoria)
L’idea di raccogliere i tre articoli era stata suggerita da Licisco Magagnato già nell’aprile del 1954; la risposta di Meneghello riconosce l’opportunità di «riscrivere, completare e raccogliere in un volumetto quegli articoli sugli ebrei».

La forma del testo

L. Meneghello, Promemoria, prima edizione, il Mulino, 1994

Disegno di Erica Taussigová, Museo Ebraico di Praga

“Finestra con inferriate”, trasfigurata dallo slancio della mente bambina di Erika Taussigová (il disegno porta la data del 28 giugno 1944, Erika morirà ad Auschwitz in quell’autunno,a dieci anni)

Indice di Promemoria, Manoscritto di Meneghello (CMP)

I primi due capitoli riprendono l’ampio contributo iniziale
Lo sterminio degli ebrei d’Europa
del dicembre 1953

Bozzetto di Meneghello

per l’impaginazione grafica di copertina e frontespizio (CMP)

Manoscritto dell’incipit della Nota in limine (CMP)

«Questo libretto non è mio ma di Ugo Varnai»

Dattiloscritto delle Note dell’editore

con correzioni autografe di Meneghello (CMP)

L’intelligenza e la passione di Ulianich confezionano titolo, immagine e quarta di copertina

L’intelligenza e la passione di Ulianich confezionano titolo, immagine e quarta di copertina; il tutto ovviamente sotto la supervisione di Meneghello, che si interessa anche dell’impaginazione grafica.
In copertina, il dettaglio di uno dei tanti disegni
dal ghetto di Terezín, un’immagine a colori che commuove per la delicata bellezza, e per via d’allusione introduce e dilata lo strazio dell’Olocausto. Se in copertina l’autore è Luigi Meneghello, nel frontespizio si dichiara la stratificazione delle scritture: tre nomi e tre titoli per un’interazione di voci e un intervallo temporale (dal 1953 al 1994) veramente notevoli. Il volume è introdotto da una Nota in limine, in cui Meneghello illustra le ragioni del testo, offrendo un aggiornamento statistico e bibliografico; ulteriore novità: “alcune brevi note di commento a certi passi del testo” a cura di Ulianich, attentamente vagliate dall’autore. In occasione del centenario della nascita di Meneghello, è stata riproposta una nuova edizione di Promemoria, nei “Saggi” della Biblioteca Universale Rizzoli.

La nudità e lo strazio

«dare a qualche lettore più giovane un’idea adeguata di ciò che è avvenuto (che è stato fatto) nel cuore dell’Europa appena l’altro ieri, e insieme fornire una misura delle orribili potenzialità che si annidano nella nostra natura umana civilizzata»
Luigi Meneghello, Nota in limine a Promemoria, giugno 1994

«Le fotografie di queste due pagine illustrano alcune fasi di un’esecuzione in massa di ebrei in località non identificata dei territori orientali occupati dai tedeschi»
(didascalia)

Lo sterminio degli ebrei d’Europa III

Le immagini si riferiscono al massacro degli ebrei del ghetto di Mizocz (Polonia, ora Ucraina)
nell’ottobre del 1942

Ultima immagine di Promemoria: Una sopravvissuta

Meneghello non l’aveva scelta per gli articoli di Comunità, anche se compariva in un trittico di immagini simili in una delle sue fonti principali, lo straordinario album fotografico Extermination of Polish Jews (Lodz 1945),
accompagnata dalla didascalia:
I cadaveri viventi dopo la liberazione

A sx: da Lo sterminio… III, 1954; a dx: da Promemoria, 1994.

Con una procedura tipica delle illustrazioni scelte da Meneghello, le immagini de lo sterminio degli ebrei d’Europa appartengono a un racconto, al tempo stesso unico ed esemplare; la scelta in Promemoria di immagini isolate, a tutta pagina, raccolgono in se stesse un valore simbolico che in qualche modo le sottrae allo stesso soggetto ritratto.

Le immagini di Promemoria sono scelte da Ulianich, dopo un tentativo di recuperare le foto originali

Le immagini di Promemoria sono scelte da Ulianich, dopo un tentativo di recuperare le foto originali: per lo più provengono dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. Non c’è più l’impatto culturale dei primi anni cinquanta, e prevale una funzione illustrativa, più direttamente collegata al testo: si privilegia la foto singola, esemplare; le didascalie sono essenziali. La qualità rimane scadente, quasi a ostacolare qualsiasi effetto voyeristico o sensazionalistico. Nel 1954 c’era stato un brutto episodio: «ho ottenuto e pubblicato delle fotografie in cui si mostravano delle file di donne, nude, che stavano per essere fucilate e che venivano fatte marciare verso la fossa, mentre qualcuna di loro era già presa di mira sull’orlo della fossa. Avevo scelto queste foto per documentare l’orrore e la realtà delle cose, ma qualcuno, in Italia, ha citato in giudizio il giornale per offesa al pudore, perché quelle donne prima di ammazzarle… le facevano spogliare!» (Meneghello, 2006). L’ultima foto di Promemoria è il corpo nudo scheletrito di una sopravvissuta: nella nudità di un corpo femminile martoriato e denutrito si riconosce un’icona tra le più strazianti della violenza disumana degli uomini.

Il fattore K. e Promemoria

Schede della British Library (CMP)

«Questo libro non si sarebbe potuto fare senza… l’energia creativa di mia moglie Katia»
(L. Meneghello, Colophon di Maredè, maredè…)

 

«E Gigi aveva impostato nei confronti di Katia una condotta speciale, che poteva sorprendere solo chi non era abituato a stare con loro, perché obbediva a un proposito da osservare senza eccezioni: dove ci fosse da esprimere un giudizio, o prendere una decisione, lui si rivolgeva prima a lei, e chiedeva:
“Katia, tu cosa ne dici?”»
(Franco Marenco, 2022)

Alla British Library di Londra, si richiedono a nome di Luigi e Katia Meneghello
i saggi ‘classici’ dedicati alla Shoah

Le schede della British Library alternano i nomi di Luigi e Katia

Le schede della British Library alternano i nomi di Luigi e Katia: sono una traccia della costante presenza della moglie Katia Bleier, che in Promemoria assume un valore emotivo assoluto. Ecco, una delle rarefatte emersioni della vicenda della moglie nella scrittura di Meneghello: «Io so che cos’è la fame vera, perché conosco bene chi l’ha conosciuta bene, specialmente ad Auschwitz, ma anche a Belsen dov’era ancora peggiore, però lì ormai non la sentivano quasi più; non dicono quasi nulla su questa fame, e in generale su tutta la faccenda, ma si capisce lo stesso; queste comunicazioni avvengono in un modo molto curioso, non si dice quasi nulla, e a un certo punto si sa quasi tutto» (I piccoli maestri)